Deborah Salvatori Rinaldi: Da Pineto a Barcellona passando per il Franchi
Da Pineto a Barcellona passando per il Franchi, un girovagare che ha portato Debora Salvatori Rinaldi ad indossare la maglia della seconda squadra di Barcellona: l’Espanyol.
Deborah nata nel 1991 inizia a giocare a tredici anni (2004) nelle fine del Girl Roseto, che in quel tempo disputava la massima serie. Con la formazione abruzzese rimase tre stagioni prima di trasferirsi ad Ascoli Piceno per indossare la maglia del Picenum (2007) dove rimase per due stagione. Nel 2009 viene presa dal Barodlino Verona dove ha l’opportunità di allenarsi con gente del calibro di Brunozzi, Gabbiadini, Panico, Boni, Schiavi, D’Adda solo per citarne alcune.. Rimane sotto l’arena per una stagione dove non gioca mai, solamente due partite. Per Debora il riscatto arriva con la neo promossa Sudtirol, sempre in Serie A. Con le altoatesine riesce a disputare 20 partite su 26 collezionando 5 gol.
Nella stagione 2011/2012 viene acquistata dal Firenze e qui che Debora diventa la grandissima giocatrice qual è oggi. Grazie alle belle prestazioni a suon di gol Debora ha l’opportunità nell’estate del triennio 2013-2014 e 2015 di poter far esperienza all’estero indossando la maglia dell’FC Tacoma 253, club di Tacoma, Stati Uniti d’America, in Northwest Conference della Women’s Premier Soccer League(WPSL).
Al rientro dagli Stati Uniti il Firenze viene acquistato dalla famiglia Della Valle e diventa Fiorentina Woman. Gioca due anni con questa denominazione e conquista uno Scudetto e una Coppa Italia, ma per la giocatrice di Penne il ricordo più bello è festeggiar il tricolore al Franchi. Quest’estate passa all’Espanyol dove inizia alla grande ma a Novembre viene fermata da un brutto infortunio che ancora oggi la tiene lontano dal campo.
– Debora come sta procedendo il recupero? Abbiamo visto che hai iniziato a correre tra quanto ti rivedremo in campo?
Ho avuto un infortunio un pò particolare e sapevo sin dall’inizio che avrei avuto bisogno di molto tempo per tornare in campo. Ho cominciato da poco a correre e un pò e fare qualche passaggio con la squadra, ma ancora non so dire di preciso quando tornerò. Senza complicazioni, crediamo che in 2-3 settimane riesco ad essere convocabile.
– Come procede l’ambientamento?
Come ogni esperienza nuova c’è bisogno di ambientarsi e non è mai facile, soprattutto quando vieni da una realtà in cui sei cresciuta e hai vissuto per tanti anni come è stato per me a Firenze. Ma credo che l’approccio positivo, il lavoro e la pazienza siano la chiave. Ora mi trovo molto bene con il gruppo e Barcellona è una città stupenda in cui vivere.
– Raccontaci il tuo esordio con l’Espanyol e la gioia che hai provato al tuo primo gol spagnolo.
Il mio esordio è stato: guardare la maglia pronta con il mio nome e i nuovi colori, rivivere in un flash la vita in viola e resettare tutto per cominciare con la mia nuova squadra al massimo. Quindi il pensiero è stato: “ok il bianco e l’azzurro mi stanno bene, andiamo a fare gol”. Il primo gol è quindi venuto così, era un’amichevole e ricordo di essere stata molto felice perché iniziare con il piede giusto era quello che ci voleva. Peccato poi l’infortunio mi abbia bloccato per un lungo periodo. Ma sto tornando.
– Quanto ti manca l’Italia?
L’Italia mi manca sempre, ma sono fortunata di essere qui a Barcellona. È una città stupenda.
– Parlando dell’Italia. che 2017 è stato?
È stato un 2017 di vittorie, di gol, di esami all’università, di scelte e cambiamenti. È stato sicuramente un anno intenso.
– Hai chiuso la tua esperienza con la Fiorentina portando a casa Scudetto e Coppa Italia. che significato anno per te questi trofei?
Queste vittorie sono più che altro traguardi. Per le ragazze del “vecchio” gruppo, che ha portato Firenze dalla bassa classifica a vincere il campionato, ha avuto sicuramente un sapore diverso. Abbiamo tirato avanti il carro per molto tempo e con tanti sacrifici per poi arrivare a correre sul campo del Franchi e far innamorare la città della Viola al femminile. L’umiltà con cui abbiamo affrontato il tutto è quello che ci rendeva una grande squadra e un grande gruppo. Mai dimenticare da dove si viene e cosa si è fatto lungo la strada.
– In Spagna che calcio hai trovato? È davvero molto tecnico rispetto al nostrano?
Si è molto tecnico, il gioco si concentra moltissimo al centrocampo, è un buon calcio che sta crescendo. Noi ad esempio facciamo tantissima analisi video, il mister prima della gara ci manda anche un fascicolo con statistiche, analisi e foto singole delle calciatrici dell’altra squadra. Sono stata molto tempo fuori peró, nel momento in cui mi stavo ambientando anche calcisticamente mi sono infortunata. Preferirei poter rispondere a questa domanda quando vivrò dal campo il calcio spagnolo….molto presto!
– Ti senti trattata come una professionista?
Qui in Spagna siamo tutti professionisti e questa è una grande differenza rispetto all’Italia. Il mio club appartiene a quello maschile del RCD Espanyol e anche se tante squadre non sono al livello del Barca stanno cercando di migliorarsi anno dopo anno. Ripeto, anche qui stanno tentando di far crescere il movimento femminile, credo che già dal prossimo anno si vedranno cambiamenti significativi.
– In Italia a giorni si voterà per il nuovo presidente della FIGC. Secondo te chi salirà sulla poltrona cosa dovrà far per continuare a valorizzare il calcio femminile?
Non sono molto per la politica, come a tutti mi piacerebbe qualcuno che facesse le cose per bene per il calcio italiano. Sibilia viene dalla LND e potrebbe essere su carta un valido candidato soprattutto per aumentare l’attenzione sul calcio dilettantistico che è sempre messo in secondo piano ma che rappresenta la maggioranza di questo sport. Per il femminile cosa si potrebbe fare per valorizzarlo? Quello che tutti sappiamo ma che poi concretamente è difficile da attuare. Passare al professionismo, pensare che le donne valgono tanto quanto gli uomini, cercare di emulare i paesi più avanti di noi e mentre aspettiamo tutto questo noi ragazze abbiamo il dovere, verso questa lotta e verso noi stesse, di continuare a comportarci come professioniste togliendo ogni pretesto ai vertici di questo movimento.
– Cosa ti aspetti da questo 2018?
Mi aspetto sicuramente di rientrare in campo il più presto possibile, perché vorrei poter dare alla mia squadra un aiuto importante per tornare sulla strada giusta, abbiamo avuto un periodo di difficoltà per i vari infortuni (non sono stata l’unica). Quindi sicuramente mi aspetto una posizione in classifica più positiva come meritiamo. Come obiettivo personale invece la solita storia…fare tanti gol. “ojalá”.