Rebecca Laface e il suo magic moment

Classe 2000, quasi diciottenne, e da diversi anni lontano da casa per seguire il suo sogno: giocare a calcio ad alto livello. Ovviamente il sogno di ogni bambina che intraprende questo sport. Rebecca Laface inizia a giocare a calcio ad otto anni, insieme al fratello, nella scuola calcio aperta dal padre dove per due anni da capitano guida la rappresentativa calabrese vincendo anche un torneo. A 16 anni Rebecca si trasferisce a Capo d’Orlando, quindi lascia tutti i suoi affetti, per giocare con la maglia del Nebrodi. Il club di patron Trassari la porta ad esordire in Serie B dove grazie alle belle prestazioni quest’anno la portano in Puglia tra le file dell’Apulia Trani.  A Dicembre arriva la svolta. Rebecca si trasferisce a Jesi. Qui Rebecca diventa un pilastro della formazione primavera e mister Iencinella le da tanto spazio anche in prima squadra. Laface ricambia con assist e ottime prestazioni, ma Rebecca lavora sodo per arrivare in Nazionale.

 

Raccontaci i tuoi primi passi. Chi ti ha spinto a intraprendere questo sport?

“Sono stata io a desiderare di giocare a calcio, seguendo le orme di mio fratello. I miei inizialmente hanno cercato di deviarmi, indirizzandomi verso altri sport. Poi si sono lasciati convincere e hanno realizzato un centro sportivo e dato vita ad una scuola calcio. (Oggi Pol. D. Gi.A.Re.)

È li che ho iniziato a conoscere i valori di questo sport, il senso di appartenenza ad una squadra, lo spirito di sacrificio, la lealtà e la serietà. I miei mi hanno dato una grossa mano, hanno realizzato molti dei nostri sogni: miei, di mio fratello e di mia sorella. E giorno dopo giorno continuano a farlo.

In Serie B ti abbiamo conosciuta con il Nebrodi dove hai esordito in un campionato nazionale. Che esperienza è stata?

“Ho esordito con il Nebrodi due giorni dopo il mio sedicesimo compleanno, proprio contro il Trani. Ho trovato un ambiente familiare, specialmente con la società, il presidente Trassari e la sua famiglia. Anche le ragazze mi hanno aiutato  in campo. Non avrei immaginato un approccio così”.

Sei una calabrese doc e per seguire il tuo sogno, purtroppo hai dovuto lasciar la tua famiglia e amici. Cosa ha significato questo passo per te? Quali sono state le difficoltà maggiori?

“È una cosa che ho sempre voluto fare. Anche perché in Calabria, non vi è l’opportunità di giocare a calcio a 11. Sentivo la necessità di confrontarmi, migliorarmi. Quest’esperienza mi sta facendo crescere ed acquistare maggiore sicurezza. A volte mancano i giorni di spensieratezza con gli amici e la tranquillità che si ha quando si sta in famiglia. La difficoltà maggiore è la mattina, quando non è più la voce di mamma a svegliarti, ma il suono di una sveglia”.

Hai iniziato la stagione a Trani per poi passare a Dicembre alal Jesina dove hai trovato la tua dimensione. Te l’aspettavi?

“Sì. Cercavo qualcuno con cui migliore principalmente tatticamente, con il mister Iencinella stiamo lavorando su questo e le ragazze sono per me un’ulteriore guida”.

Pian piano tra Primavera e prima squadra stai diventando un punto fermo conquistando la fiducia del mister. Possiamo dire che è nata Laface 2.0?

“Diciamo che una Laface 2.0 già c’è, ed è mia sorella. Sono sempre io, con il mister è nato un rapporto di fiducia reciproca, ed è questo che mi ha portato ritrovare me stessa”.

Che obiettivo ti sei prefissata per questa stagione?

“L’obiettivo di squadra è quello di rimanere in Serie B e con la primavera disputare le finali nazionali. Mentre quello individuale è di migliorarmi sempre di più e sfruttare al massimo i consigli che il mister e le compagne mi danno, magari anche con qualche esperienza della Nazionale”.

Chi è e cosa fa Rebecca quando non si allena?

“Quando non ho impegni sportivi e scolastici mi piace guardare film, stare a contatto con la natura e gli animali, divertirmi con gli amici e leggere”.

Speri che le tue belle prestazioni ti portino in Nazionale?

“Sarebbe un onore vestire la maglia della Nazionale. L’esperienza della Nazionale, per me, non è un semplice punto d’arrivo, ma come un’ulteriore spunto di crescita e miglioramento”.

Concludendo, dove ti vedi in futuro?

“Ho sempre sognato di giocare fuori Italia. Crescendo percepisco che non è una cosa semplice, ma resta comunque il mio obiettivo. Il calcio femminile italiano sta crescendo,  giocare nella massima serie sarebbe un ottimo risultato. Ed ovviamente la Nazionale, che è il sogno di ogni atleta”.